AGLI INIZI DEL 2021 UN FILM SUL BENEFATTORE CARLO OLMO
Dopo un 2020 da dimenticare, il 2021 inizierà sotto il segno della solidarietà e del bene. Alla fine del prossimo anno arriverà nelle sale cinematografiche il film “Lupo Bianco” che si ispira alla storia di Carlo Olmo, filantropo di Vercelli che durante la prima ondata pandemica è sceso in campo per contenere i contagi.
Olmo – avvocato, fondatore e maestro dell’Accademia Shen Qi Kwoon Tai – grazie ai suoi rapporti di amicizia con la comunità cinese in Italia, attraverso l’interessamento del Governo cinese è riuscito a recuperare 160 mila tra mascherine e dispositivi di protezione individuale. Mentre la pandemia si diffondeva mortalmente, l’avvocato piemontese non ci ha pensato due volte e a proprie spese è riuscito ad acquistare e donare i preziosi dispositivi alla popolazione. Mascherine e Dpi sono stati distribuiti anche ai medici e agli infermieri in servizio negli ospedali e nelle case di riposo di Vercelli e provincia, ai medici di base, arrivando con carichi fino ad alcuni ospedali della Lombardia e della Liguria.
Una generosità che non si è mai affievolita e che è proseguita anche dopo la fine della prima ondata pandemica. Per i vercellesi, ma non solo, l’avvocato dal cuore buono con la passione per le discipline orientali, è diventato un eroe. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella lo ha insignito con l’onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica per avere, insieme ad oltre una cinquantina di professionisti e cittadini, contribuito concretamente ad arginare la pandemia.
Adesso la storia di Carlo Olmo diventa anche un film: da un’idea di Diego Cammilleri la sceneggiatrice Stephanie Beatrice Genova ha scritto il testo e il lungometraggio verrà diretto da Tony Gangitano. Le musiche saranno a cura di Serena Rubini, Marco Giva, Silvia Poy e Francesco Cilione.
La produzione di “Lupo Bianco” è già al lavoro: alla fine di novembre il casting a Vercelli, poi nel pieno rispetto delle prescrizioni Covid inizieranno le riprese che si divideranno tra il capoluogo di provincia piemontese, Bergamo, Palermo e Roma.
La scelta del titolo non è casuale. Lupo Bianco è diventato il nome di battaglia di Carlo Olmo: non una battaglia per conquistare potere e denaro, ma una battaglia contro il male, per portare aiuto e sostegno (economico e morale) a tutti coloro che stanno affrontando un periodo di difficoltà.
Il lupo bianco è stato quel segno premonitore arrivato poco prima che Olmo recuperasse e donasse le mascherine. In quei giorni tremendi di marzo in cui il Coronavirus contagiava e faceva morire migliaia di persone, Olmo si era ritirato nella sua Accademia per un momento di preghiera. Una preghiera toccante recitata in aramaico con la quale il maestro invocava la fine della pandemia. Riguardando poi quel video Olmo si accorse che su uno specchio sullo sfondo del tempio dove il maestro si era ritirato a pregare, si intravedeva la sagoma di un lupo bianco. Non un animale qualsiasi; per la tradizione dei nativi americani il lupo bianco ha un profondo significato: non può essere avvelenato perché il suo sistema digerente è in grado di espellere le sostanze nocive. È l’animale capace di sapere discernere il pericolo, di operare per il bene della collettività e della tribù nella quale vive.
A quel punto l’ “illuminazione” del maestro piemontese che si è rivisto in quel bellissimo e generoso lupo bianco che doveva fornire aiuto e protezione alla sua comunità.
Una storia affascinante quella di Carlo Olmo: non solo in questa fase finale che lo ha visto scendere in campo per difendere i suoi concittadini, ma anche gli eroi della corsia che stavano combattendo a mani nude contro un nemico invisibile e mortale.
La vita di Olmo è carica di episodi particolari, quasi premonitori: la sua infanzia in un orfanatrofio dove conosce il dolore e la violenza; la rinascita grazie a un padre adottivo che lo accoglie nella sua casa ricoprendolo di agi e di amore; l’incontro casuale con la culturale orientale e le arti marziali; poi la scelta di abbandonare l’ormai avviata attività forense per approfondire le filosofie orientali mettendosi sempre a disposizione del prossimo.
Ed è proprio questo l’obiettivo del lungometraggio “Lupo bianco”: stimolare nello spettatore la molla della solidarietà, del tendere la mano a chi in quel momento sta attraversando una difficoltà. Una scelta morale che è stata abbracciata anche dal Ministero della Pubblica Istruzione che ha patrocinato il film. “Lupo bianco” il prossimo anno scolastico verrà proiettato anche nelle scuole italiane certi che la generosità si apprende fin sui banchi di scuola.