A Prato una startup toscana ha lanciato una collezione autunno-inverno davvero particolare e tutta da scoprire. Si tratta di Rifò, la collezione di capi di maglieria e accessori realizzati completamente con fibre tessili recuperate da indumenti provenienti da Italia, Europa e Stati Uniti.
Prato è la capitale del tessile italiano e oltre ad aver aderito al protocollo Detox di Greenpeace ha deciso di effettuare un ulteriore passo in avanti verso lo sviluppo ecosostenibile con questa idea davvero innovativa. La startup Rifò, infatti, ha come obiettivo quello di ridurre del 90% l’uso di acqua nella produzione di cashmere e lana, del 77% l’uso di energia, del 95% le emissioni di anidride carbonica, del 90% l’uso di prodotti chimici e del 100% dei coloranti.
E’ una startup davvero recente dato che Rifò è stata fondata nel 2017 da Clarissa Cecchi e Niccolò Cipriani con l’obiettivo di trasformare quel che resta dei tessuti in nuovi indumenti alla moda. I capi sono interamente made in Italy ovviamente e interamente realizzati nel distretto tessile di Prato. Il metodo di produzione usato è quello tradizionale “a calata” cioè un tipo di produzione volto a garantire risultato di pregio e minimo scarto di tessuto.
Come spiega il fondatore Niccolò Cipriani l’idea è nata grazie ad una sua esperienza in Vietnam, dove ha lavorato per l’Agenzia Italiana della Cooperazione allo Sviluppo.
Foto ANSA